Cosa tratteremo
Le leggende sono una ricchezza unica e d’inestimabile valore: attraggono per il sapore di un tempo lontano, stuzzicano la fantasia e trasportano in un panorama fantastico in cui tutto è possibile.
C’è un valore aggiunto: i luoghi che richiamano alla memoria miti e leggende sono avvolti da un’atmosfera magica; la capacità di meravigliarsi di fronte a ciò che esula dalla logica e dalla razionalità, ci trasporta in una dimensione in cui è consentito essere bambini.
Le leggende ci rendono cantori, artisti e poeti; la nostra terra tricolore è ricca di tradizioni regionali che è interessante scoprire, soprattutto quando si viaggia e si ricorrono destinazioni nuove e ignote con la leggerezza nello spirito di chi vuole lasciarsi incantare.
In questo articolo vogliamo trasportarvi nel Salento, sul litorale prossimo a Otranto. A sud-est della candida cittadina marittima è presente una torre di avvistamento: la Torre del Serpe.
La Torre del Serpe: fra storia e mitologia
Immaginate una collinetta sulla costa adriatica che consente di godere di un panorama mozzafiato sul mare. Sulla sua sommità viene edificata una torre; nel medioevo venne impiegata con lo scopo di presidiare la costa, successivamente venne usata come faro per guidare i marinai che attraccavano nel meridione, carichi di merce e storie da raccontare.
La Torre si erge vigile e silenziosa, incurante dei venti e delle tormente che si abbattono da secoli sull’Adriatico: è una costruzione solitaria e malmessa, in grado di mantenere tutto l’orgoglio della sua vana battaglia contro il maltempo, l’umidità, il mare.
È notte e i soldati dormono durante il turno di guardia, con i visi stanchi illuminati dal riflesso della lampada ad olio che produce un riverbero sulla superficie dell’acqua. Accade ogni sera: un grosso serpente nero scivola silenzioso, producendo un sibilo appena percettibile.
La bestia scivola con maestria fra e gambe dei soldati e si nutre dell’olio che mantiene viva la luce del faro. I soldati si svegliano al mattino, quando la prima alba fa luccicare in lontananza il porto ancora deserto. Ogni giorno la storia si ripete, la serpe esce dalle fredde acque e consuma la sua cena, solitaria e puntuale.
La Torre del Serpe: com’è diventata simbolo di Otranto?
La leggenda narra che una notte del lontano 1480, i Turchi abbiano cercato di invadere la costa salentina del cuore della notte. Le navi cariche di soldati si avvicinano pericolosamente alle coste di Otranto, ma i soldati dormono e non si rendono conto del pericolo.
Il segnale d’allarme non scatta, la nera superficie dell’Adriatico rimane quieta e sicura per la popolazione di Otranto. È questione di attimi: la serpe esce dalle acque scure e spegne la luce di riferimento; tra gli Ottomani si scatena il panico. Dopo attimi d’incertezza decidono di sbarcare a Brindisi, dirottati durante tutta la notte dalla mancanza di un punto di riferimento. Il pericolo è sventato, la popolazione otrantina si sveglia al sicuro dal pericolo che aveva minacciato la sua libertà.
La leggenda è tanto fascinosa quanto interessante: il serpente è diventato il simbolo della città di Otranto, che è riuscita a salvarsi dalle barbarie mediorientali grazie alla presenza della famelica bestia. Per questo, gli otrantini sarebbero eternamente riconoscenti a quel mostro dalle silenziose spire, capace d’intrufolarsi fra i disattenti soldati per poi sparire nuovamente nelle profondità adriatiche.
Lo stemma della città salentina rappresenta per questa ragione una torre avvolta dalle spire di un nero serpente!
Non è un caso sporadico: sono molte le leggende che arricchiscono le tradizioni salentine e ne influenzano la simbologia.
Per chi volesse visitare la destinazione, è bene sapere che è liberamente accessibile ma ha subito nel tempo due interventi di restauro: il primo sotto il regno di Federico II nel 1230, il secondo nel 1997.
Concedetevi qualche minuto per ammirare il panorama della collina, e aguzzate la vista: cos’è quella sagoma nera in lontananza che fa capolino dal nostro bel mare?